giovedì 3 gennaio 2013

SCULTURA DA VIAGGIO

SCULTURA DA VIAGGIO
-Bruno Munari-



Si può mettere una scultura in valigia?
Un'artista come Munari, c'è riuscito.










Provocatorio e lungimirante, Munari con sottile ironia e un sorriso, riesce a far riflettere sulle questioni più serie. 
Un punto di contatto c’è sicuramente tra le sculture da viaggio, il design e l’arte, forse è proprio la pittura astratta della serie Negativi-positivi alla quale Munari si dedicò principalmente dal 1948 al 1951, dipinti costituiti esclusivamente da forma e colore. A seconda di come l’osservatore li legge assumono una forma oppure il suo esatto contrario.
Prima di espandersi nella terza dimensione le sculture da viaggio nascono piatte, su cartoncino fustellato, inserite in una busta, come biglietti di auguri. Una volta piegate e illuminate da una fonte di luce, i pieni e i vuoti delle sculture le fanno assomigliare ai quadri negativi-positivi, in versione tridimensionale.
Solo un lieve spostamento, una leggero tocco dell’abatjour sul comodino, cambierà le ombre e le luci, creando un oggetto diverso e “i vostri pensieri da pratici diventeranno lentamente estetici (la velocità dipende da voi), non vi domanderete più cusa l’è chel rob ki”.(1) La scultura aperta nello spazio arredato, quello di una stanza ad esempio, porta in scena il design: appoggiata in piano su un comodino o su un tavolo diventa complemento di arredo, un oggetto unico, personale.




I primi esemplari di sculture da viaggio sono chiamati Sculture pieghevoli, nel 1951; invece, risale ufficialmente al 1958 la prima scultura da viaggio, regalata come omaggio ai clienti della valigeria Valaguzza di Milano.
Negli anni Novanta, utilizzando le forme e i progetti di queste iniziali piccole sculture in cartoncino, Munari realizza grandi sculture, che raggiungono gli 8 metri di altezza. Si basa sulla forte componente estetica che si ritrova nei tagli e nelle proporzioni delle sculture in carta, nell’armonia e nelle proporzioni, e che diventa evidente quando le sculture si aprono in piano seguendo regole precise – quasi come degli origami, se non fosse per i tagli nella carta.
Questa componente stabilisce un equilibrio per cui possono essere realizzate anche su scale differenti, più grandi. 


Un foglio di lamiera quadrata viene tagliata e piegata creando un volume-scultura in cui i pieni ed i vuoti creano forme negative-positive.
La novità sta nel gioco di pieni e vuoti, nella semplicità del progetto che utilizza un modulo quadrato ed anche nel fatto che si introducono i tagli.

“Certamente i collezionisti che vogliono spendere bene il loro denaro le vogliono di bronzo, magari il calco di una patata, ma di bronzo.
Io non penso ai collezionisti quando faccio le mie ricerche… ed è perciò che alcune sculture sono presentate addirittura in cartoncino, alcune sono realizzate in metallo o legno, una è di carta velina, leggerissima come un aquilone per i viaggi in aereo…” [Bruno Munari, 1958]










http://ipac-cremona.blogspot.it/2011_10_01_archive.html
http://www.munart.org/index.php?p=19
http://www.whendesignbecomesart.com/?p=225


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